Emblema della cucina della nostra regione, i vincisgrassi (o vincesgrassi) sono un piatto che, assieme alle olive all’ascolana, è in vetta alla classifica delle migliori ricette delle Marche. È un piatto simile alle lasagne ed è tradizionalmente preparato per i giorni di festa. Partiamo dunque alla scoperta della storia e di come sono fatti questi gustosissimi vincisgrassi.
Come sono i vincisgrassi
Simile alle lasagne al forno, i vincisgrassi sono tipici delle Marche e delle zone umbre che confinano con il maceratese. Rispetto ai cugini romagnoli, i vincisgrassi si differenziano per:
1) il tipo di ragù, che è preparato con carne tagliata e non macinata. E non solo! Nella ricetta tradizionale vengono aggiunti anche rigagli di pollo;
2) la besciamella, più compatta e consistente e ricca di noce moscata;
3) presenza più marcata di spezie, come chiodi di garofano e noce moscata;
Senza dimenticare che nell’impasto delle lasagne possono entrare marsala o vino cotto.
Storia di un piatto non buono, buonissimo!
Sono due le ipotesi legate all’origine dei vincisgrassi. La prima vede il piatto risalire al 1799, quando una cuoca anconetana li preparò in onore del generale austriaco Alfred von Windisch-Graetz, che avrebbe combattuto e vinto contro le truppe napoleoniche nell’assedio di Ancona.
Considerato che, per motivi anagrafici, il generale von Windisch-Graetz probabilmente poteva non essere presente all’assedio di Ancona del 1799, la seconda ipotesi sposta l’origine al 1849. In quell’anno, gli austriaci assediato la città (che aveva aderito alla Repubblica Romana) per riconsegnarla al Papa.
Tuttavia, e questo è abbastanza certo, il piatto era già presente nella tradizione culinaria marchigiana, e in particolare maceratese, con un nome di diverso: “princisgrass“ e una ricetta più ricca.
Lo dimostra il libro “Il cuoco maceratese“, scritto da Antonio Nebbia nel 1779.
Pur non essendo certi sulle origini, l’unica cosa certa è che i vincisgrassi ebbero una diffusione capillare in tutta la regione, diventando una delle bandiere gastronomiche per i visitatori e i turisti stranieri. Non a caso, anche Orson Welles!