Dalla botte alla barrique, alle mille forme del vetro. Tanti sono i modi di conservare adeguatamente il vino, esaltandone le caratteristiche e valorizzando l’etichetta. Lunga è la storia della conservazione della pregiata bevanda fino a giungere ai contenitori di oggi, divenuti veri e propri oggetti di design.
Nel corso dei secoli si è passati dalle anfore in terracotta, con la punta affusolata, per poter essere conficcate nella sabbia; alle botti inventate dai Celti come strumento di cantina per migliorare le caratteristiche organolettiche del vino. Da qualche anno diversi produttori hanno cominciato a usare, per l’affinamento di alcuni vini, la “barrique”. Si tratta di una piccola botte (225-228 litri) in legno di rovere che, grazie alle sue dimensioni ridotte, consente un maggiore contatto del vino con il legno. Conferisce così i profumi di tostato, di affumicato e di vaniglia caratteristici di alcuni vini rossi portati all’invecchiamento, come Cabernet e Pinot nero, per il cui uso la barrique è particolarmente indicata; mentre per alcuni bianchi, come Chardonnay e Sauvignon Blanc, è adatta a conferire effetti vantaggiosi per il bouquet.
La scoperta del vetro, già noto ai Fenici e agli Egizi, rappresentò una svolta decisiva. Con l’introduzione della soffiatura si propagò in tutti i Paesi del Mediterraneo la produzione dei bicchieri, coppe, caraffe, fino ad arrivare alle bottiglie in vetro, che comparvero verso la metà del Settecento, acquisendo le sembianze attuali solo nel corso del XVIII secolo. Oggi le bottiglie da vino hanno molteplici e svariate forme. Tra le più usate troviamo la Bordolese, rotonda e con il collo corto; la Borgognona, un pò più slanciata della precedente; l’Albeisa, simile alla Borgognona, ma con le spalle più basse; la Renana, affusolata, dove corpo e collo formano un tutt’uno; la Champagnotta, cilindrica, che termina con il lungo collo rifinito all’imboccatura da un anello di vetro dove è fissata la gabbia metallica, indispensabile per trattenere il tappo.
Rispetto al passato i colori delle bottiglie sono più scuri: marrone o verde scuro. In questo modo si protegge meglio il vino dalla luce, mentre le bottiglie trasparenti sono adatte esclusivamente per i vini che vanno consumati giovani e in tempi brevi. Le bottiglie oggi puntano molto sull’estetica e l’elemento che più d’ogni altro è sottoposto all’attenzione dei designer è l’etichetta. Questa rappresenta la carta d’identità del vino, insieme alle capsule, ai collarini, alle lunette, che completano l’abbigliamento di una bottiglia e che sono determinanti per valutare la qualità della preziosa bevanda.