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Riciclo e sostenibilità

Federico Quaranta ci fa un excursus completo attorno al ruolo del packaging nel mercato moderno, mostrandone vantaggi, limitazioni e falsi miti:

 

“Secondo l’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, in ambito alimentare la sostenibilità del prodotto rappresenta il secondo fattore (36% delle indicazioni) come driver di acquisto principale, dopo la qualità del prodotto (44%). I numeri che riguardano le vendite nel nostro paese di prodotti vicini ai valori della sostenibilità crescono più della media di mercato (più 3,4 sull’anno precedente). Ben tre quarti degli italiani, poi, dichiarano che le proprie decisioni d’acquisto sono determinate dalle confezioni dei prodotti.

 

La sostenibilità dell’imballaggio paga al pari della qualità e della sicurezza. 

Dopotutto è l’elemento che notiamo per primo, quello che salta più all’occhio e si conferma un attributo in grado di definire la percezione della sostenibilità generale di un prodotto. 

Il packaging sostenibile è un imballaggio concepito in modo da creare il minor impatto ambientale possibile e che al contempo svolge al meglio le sue funzioni di protezione e informazione. Fra le caratteristiche richieste a un imballaggio green ci sono l’assenza di overpackaging, la riciclabilità, la presenza di materie prime derivanti da fonti rinnovabili, o a ridotte emissioni di CO2. 

C’è chi sarebbe felice di eliminarlo del tutto, tornare al modello del ‘tutto sfuso’, ma questo non è sempre possibile. Il packaging ha funzioni fin troppo importanti. Basti pensare che nei paesi meno sviluppati senza i sofisticati sistemi di distribuzione e confezionamento che abbiamo in Europa, ad esempio, fino al 50% del cibo non raggiunge mai i consumatori. 

Viva quindi il confezionamento, purché sia a basso impatto ecologico!

In attesa di affrontare la questione con normative più stringenti a livello istituzionale, la ricerca per trovare soluzioni sostenibili avanza, anche grazie ad alternative sperimentali come gli imballaggi alimentari edibili e compostabili. 

Nel vocabolario delle imprese sono entrate parole come ecodesign, bioplastiche (che si basano su delle materie prime rinnovabili come amido, cellulosa, fecola, alghe, patate, rifiuti organici e tanto altro), razionalizzazione del packaging e biodesign. Quest’ultimo è la frontiera innovativa che vede al lavoro insieme designer, biologi e scienziati per lo sviluppo di prodotti alternativi, sicuri e sostenibili in grado di sostituire i materiali derivati dal petrolio fornendo soluzioni brillanti ai problemi del settore. 

È una questione complessa perché il packaging deve assolvere molto più della mera funzione pratica di contenere e trasportare il prodotto. Deve essere in grado di mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche e di freschezza, avere proprietà di “barriera” nei confronti di gas e vapori tra l’ambiente esterno e l’interno della confezione e dell’alimento, evitandone il deterioramento, essere atossico, quindi garantire assenza di migrazione di agenti chimici dannosi per la salute del consumatore, avere proprietà visive cioè mantenere trasparenza, colore, brillantezza stabili nel tempo, non permettere modifiche dovute a variazioni di temperatura, umidità, trasportabilità; portare facilità nello smaltimento, nel riciclo o nel riutilizzo.

Ultimo ma non ultimo, deve rendere possibile un design accattivante: il packaging è il biglietto da visita del prodotto, il ponte tra noi e l’azienda produttrice; ha il compito di differenziarlo dalla concorrenza sullo scaffale del negozio attraverso forma, materiale ed elemento grafico attrattivi, e raccontarci la sua storia. 

 

In attesa che questi materiali, ancora impiegati perlopiù in maniera sperimentale, si impongano in maniera sistemica sul mercato i fatti e dati parlano chiaro: la carta è uno dei materiali più sostenibili. Attenzione però, perché circolano numerose fake news in merito all’impiego di carta. 

Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) ne spiega alcune:

 

  • Le foreste vengono distrutte per produrre carta.

La verità dei fatti è che l’utilizzo di legname in Europa e nel Mondo è soltanto per il 12% conseguenza della produzione di carta. La deforestazione è principalmente dovuta alla conversione delle foreste in terreni agricoli e alla raccolta di legname destinato ad altri usi. Inoltre, l’industria cartaria europea utilizza legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile e la maggior parte del legno utilizzato per produrre la carta proviene da legname ricavato dallo sfoltimento degli alberi che è necessario a conservare le foreste in condizioni di salute, e dai residui generati da altri settori industriali, come ad esempio le segherie. 

  • Tutti i tipi di carta dovrebbero essere prodotti con fibre riciclate. 

La carta è già il materiale più riciclato in Europa, oltre il 72% di quella utilizzata è riciclata. Il che rende questo materiale uno dei più riciclati in assoluto. * Anche in Italia più della metà della carta nasce dal riciclo. Tuttavia, esistono tipologie di carta che richiedono caratteristiche che si possono ottenere solo grazie alla fibra vergine. 

 

  • La carta si ottiene da un processo di produzione inquinante. 

L’industria cartaria rappresenta un esempio di eccellenza nell’utilizzo di tecnologie pulite e l’Italia è leader nella certificazione di prodotto tramite l’Ecolabel Europeo, un’etichetta che attesta l’eccellenza ecologica del prodotto

 

Interagiamo con il packaging molte volte al giorno e non c’è dubbio che lo diamo per scontato, sottovalutiamo l’influenza che ha sul nostro quotidiano, l’importanza della sua funzione. 

Il packaging non è da demonizzare ma da rispettare e scegliere responsabilmente.” 

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DE

Informazioni comparative:

50% di grassi in meno rispetto alla media del mercato cotolette classiche (Fonte: Nielsen, anno terminante Settembre 2023). La media dei grassi è calcolata sulla somma dei prodotti che rappresentano il 70% delle vendite a valore del mercato cotolette panate cotte (Fonte Nielsen, AT Settembre 2023, Perimetro: Iper + Super + Libero Servizio). Il valore di riferimento della media del mercato è stato ottenuto considerando tutti i prodotti appartenenti al segmento delle cotolette panate cotte, rappresentato dai seguenti marchi:

  • AIA [cotolette classiche (2), viennese, sottilissime (2), milanese, bigger, filetti];
  • AMADORI [cotolette classiche (3), gran burger, cotoletta sottile, gran filetto qualità 10+, cotoletta croccante];
  • FILENI [cotolette classiche, suprema];
  • MARTINI [cotolette classiche (2)];
  • DEL CAMPO [cotolette classiche].

Wir achten auf die Details.

In Cingoli und Castelplanio in der Region Marken befinden sich die nach IFS, UNI EN ISO 9001:2015 und UNI EN ISO 14001:2015 zertifizierten Werke von Fileni, in denen die Produkte verarbeitet werden. Jeden Tag werden unter Einhaltung der gesetzlichen Normen die Strukturen und Maschinen kontrolliert und sanitisiert, um ihre Effizienz zu gewährleisten. Darüber hinaus erfolgt die Verarbeitung von Produkten aus der ökologischen Lieferkette an Tagen und zu Zeiten, die streng festgelegt sind, um jegliche Kontamination zu vermeiden.

Ci impegniamo per assicurarti il massimo.

Sie können sich auf die Qualität unserer Bioprodukte verlassen, denn wir kontrollieren sie gründlich, bevor sie den Hof verlassen. Wir überwachen und prüfen jeden Schritt in der ökologischen Lieferkette. Sogar den Boden, auf dem wir unser Futter anbauen, kontrollieren wir auf Spuren von Pestiziden und anderen unzulässigen Substanzen. Wir tun dies, um die beste Qualität zu gewährleisten und weil es das ist, woran wir glauben.

Wachsen im Grünen.

Die Bio-Bauernhöfe von Fileni sind von viel Grün umgeben. Um zu verhindern, dass sie die natürliche Landschaft um sie herum abrupt zerstören, haben wir die Ställe mit Pflanzen und Bäumen umgeben, zwischen denen sich die Tiere frei bewegen können, wobei sie selbst entscheiden können, wann sie im Freien leben und wann sie im Inneren der Strukturen Schutz vor der Sonne oder dem Wetter suchen.

Diese sind mit modernster Technik ausgestattet, so dass sie Staub und Gerüche reduzieren können, ohne das Alltagsleben der Anwohner zu beeinträchtigen. In vielen Fällen sind sie auch in der Lage, dank des Einsatzes von Photovoltaik-Paneelen auf saubere und effiziente Weise Strom zu erzeugen.

Dal campo alla mangiatoia. 

Weizen, Mais, Soja, Ackerbohnen und Eiweißerbsen sind die Rohstoffe, aus denen das Biofutter besteht, das in unserer Futtermühle in Jesi in der Provinz Ancona hergestellt wird. Eine Mischung aus Hülsenfrüchten und Getreide aus ökologischem Anbau bildet die Grundlage für eine gesunde und ausgewogene Ernährung aller Hühner und Puten in unserer ökologischen Lieferkette.

Unser Engagement für die Landwirtschaft geht aber noch weiter, denn wir sind der Überzeugung, dass sich jedes tugendhafte Handeln auszahlt. Aus diesem Grund beteiligen wir uns versuchsweise - als Mitbegründer - am Projekt ARCA (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell'Ambiente - Landwirtschaft für die kontrollierte Regeneration der Umwelt), das von Bruno Garbini zusammen mit Giovanni Fileni und Enrico Loccioni konzipiert wurde und sich mit der Einführung regenerativer Anbautechniken befasst, um die Anbauflächen zu erhalten, ihre Fruchtbarkeit zu bewahren und sie vor hydrogeologischer Instabilität zu schützen.

Il primo passo nel mondo Fileni.

Damit sich der Embryo richtig entwickeln kann, achten wir darauf, die frisch gelegten Eier zu streicheln. Wir halten sie in der Brüterei 21 Tage lang warm, davon 3 Tage in der Brutkammer, wobei wir Temperatur und Feuchtigkeit ständig überwachen.

Ci pensa Madre Natura.

“Chi ben comincia è a metà dell’opera”, recita un famoso detto. Il primo passo, comune a tutte le filiere, è di fondamentale importanza. Lasciamo che sia la natura a guidare l’istinto degli animali. Non forziamo nulla, ci occupiamo soltanto di offrirgli l’ambiente ideale per la riproduzione, mantenendo livelli di temperatura, umidità e igiene sempre costanti.

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Liberi di pascolare.

I nostri bovini e suini nascono e vengono allevati biologicamente in Italia. Crescono liberi, seguendo il loro bioritmo naturale e un’alimentazione biologica con mangimi selezionati e formulati per offrire loro una dieta bilanciata, libera da OGM e sostanze chimiche non ammesse. 

Rigeneriamo la terra.

Ogni azione virtuosa ritorna. È il principio alla base della nostra visione circolare dell’intera filiera.

È per questo che partecipiamo al progetto ARCA (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell’Ambiente), ideato da Bruno Garbini con Giovanni Fileni ed Enrico Loccioni, che si preoccupa di mettere in atto tecniche di agricoltura rigenerativa che consentono di preservare il terreno coltivato, mantenendone la fertilità e proteggendolo dal dissesto idrogeologico.
Operiamo ogni giorno per costruire filiere di eccellenza, diffondere buone pratiche sulla concimazione organica, la conservazione della biodiversità e per garantire al consumatore un prodotto sano e sostenibile. 

Impianti di trasformazione.

Gli impianti dedicati alla trasformazione dei prodotti avicoli, situati a Cingoli e Castelplanio (nelle Marche) e certificati IFS, UNI EN ISO 9001:2015 e UNI EN ISO 14001:2015, vengono ispezionati giornalmente secondo un piano di controllo per il rispetto degli standard previsti dalla legge.

Attrezzature e macchinari subiscono un frequente processo di pulizia e sanificazione per garantirne sempre la massima efficienza.

Fidati del nostro impegno. 

Nessun prodotto della filiera avicola convenzionale lascia l’azienda se non siamo assolutamente certi della sua qualità!

Tale sicurezza ce la danno i controlli in laboratorio che ciclicamente eseguiamo su tutti gli step di questa filiera: dal terreno, al mangime finito, fino al livello di nutrienti che i nostri prodotti apportano nella tua alimentazione.

La qualità che esigiamo richiede tantissima precisione che stimoli la creazione di standard elevati, spingendo l’intero settore a migliorarsi sempre, per un benessere condiviso.

Fuori dal guscio.

Una volta deposte, le uova vengono tenute in incubatoio per 21 giorni, di cui 3 in camera di schiusa. Anche in questa fase l’equilibrio tra igiene, temperatura e umidità è fondamentale perché l’embrione si sviluppi in modo corretto.

La tecnologia per crescere meglio.

Gli allevamenti convenzionali Fileni sono dislocati principalmente tra Centro Italia, Marche, Veneto, Emilia-Romagna e Puglia.

I polli vengono allevati a terra, in strutture modernissime, dotate di sistemi di abbattimento di odori e polveri, così che non arrechino fastidio alla popolazione vicina. Molti dei nostri allevamenti di proprietà, inoltre, sono provvisti di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.

Di pappa buona. 

Nutrire bene gli animali della nostra filiera convenzionale è la cosa più importante che possiamo fare per la loro salute e la tua.

Ci assicuriamo che seguano una dieta corretta e bilanciata, fatta di cereali, legumi, minerali e altri nutrienti. Per farlo, collaboriamo con veterinari che ne stabiliscono la varietà e le proporzioni e li produciamo direttamente nei nostri mangimifici, per essere certi che abbiano solo il meglio.

Questione d’istinto.

Senza il settore dei riproduttori la nostra filiera convenzionale non potrebbe esistere. Qui gli animali possono riprodursi seguendo il loro istinto naturale. Perciò dedichiamo la massima attenzione a questi ambienti, mantenendo livelli di temperatura, umidità e igiene sempre costanti. 

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