Giornali e televisione, in questo ultimo periodo, hanno creato un forte allarmismo tra la popolazione a riguardo dell’influenza aviaria. Questo ha provocato una spirale di notizie non del tutto vere o comunque mai confermate da risultati scientifici. Quello che è accaduto in Italia è dovuto ai processi e alle reazioni emotive che si attivano nell’uomo quando iniziano a circolare notizie su un probabile contagio. La percezione del rischio da parte della popolazione si sviluppa molto rapidamente e ancor prima che una situazione di pericolo posso essere valutata dal personale esperto, come rischio per le persone.
Una notizia che ha creato allarme è stata la probabile pandemia che si sarebbe verificata a causa dell’influenza aviaria. La definizione del vocabolario, riguardo a questo termine, è: “epidemia con tendenza a diffondersi rapidamente attraverso vastissimi territori o continenti”. Perché quindi acquisisca dimensioni così vaste, il virus responsabile dell’influenza dovrebbe potersi trasmettere da uomo a uomo. Per ora questo non si è verificato, in quanto l’influenza aviaria si trasmette da volatile a volatile e da volatile a uomo (solo nel caso di persone che lavoravano a stretto contatto con animali malati e vivi). Tutti i casi avvenuti in questo periodo sono inoltre confinati nelle zone orientali del mondo e in luoghi sottoposti a scarsi controlli e forte promiscuità tra uomini e animali. Ad oggi non si è registrato nessun caso di trasmissione da uomo a uomo.
Un’altra informazione che ha creato grave allarmismo è la possibilità di contagio mangiando carne di pollame. Si può constatare che non c’è nessun dato che attesta la possibilità di trasmissione del virus dalla carne all’uomo e questo rischio è ancora minore se consumiamo carni italiane, che sottostanno a specifici controlli. Il virus dell’influenza aviaria si trasmette per via respiratoria e non alimentare, in ogni caso risulta inattivo al calore, per cui non si corrono rischi mangiando carni ben cotte. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha inoltre dichiarato che non c’è bisogno di precauzioni particolari oltre a quelle che da sempre esistono per evitare la salmonella. Cioè consumare carne e uova ben cotte, in frigorifero conservare la carne o le uova facendo in modo che non vengano a contatto con cibi destinati al consumo senza cottura, cucinare bene la carne anche nella parte vicino all’osso, cuocere anche le uova e dopo averle toccate, lavarsi accuratamente le mani con sapone e acqua calda. Fare lo stesso dopo aver toccato la carne e lavare anche gli oggetti venuti a contatto con questa.