La filosofia ha sempre avuto molto a cuore il mondo animale: chi non conosce il celebre paradosso della tartaruga, quella che non potrà mai essere raggiunta da Achille per intenderci? Anche il pollo, nel suo piccolo, ha avuto i suoi momenti di gloria nelle riflessioni e nelle diatribe di molti pensatori, antichi e moderni: il primo caso risale a molti secoli fa e il protagonista fu Diogene il cinico, diventato celebre per molti aneddoti tra cui quello del “pollo di Diogene”. Sembra infatti che per smentire Platone, che aveva osato paragonare l’uomo a un bipede senza piume, si fosse presentato in Accademia, la scuola per eccellenza, con un pollo spennato, per ribadire quanto l’affermazione del sommo filosofo fosse confutabile.
Il tacchino di Bertrand Russell
Da quel momento passarono molti secoli e, se a molti fu subito chiaro che l’uomo non è un pollo, il mondo avicolo fu scomodato nuovamente nel ‘900 da uno dei più grandi filosofi e matematici del secolo passato: Bertrand Russell. A essere chiamato in causa questa volta fu il tacchino: Russell, infatti, coniò la celebre metafora ripresa anche da Popper del “tacchino induttivista”. Di che cosa si tratta? È la breve storia di un tacchino in allevamento che osserva la propria vita e intuisce che ogni mattina alle nove, in qualunque giorno della settimana e in qualsiasi situazione, avrà il suo pasto. Da qui la celebre osservazione del pollo: “Tutti i giorni, alle ore nove, mi danno il cibo”. Ma, termina Russel, “purtroppo per il tacchino e per l’induttivismo, la conclusione fu clamorosamente smentita la vigilia di Natale”.
James Dean e il gioco del pollo
La figura del pollo è diventata un modello anche in seguito e, colpevole un giovane James Dean nel celebre film “Gioventù bruciata”, divenne protagonista di un esempio della teoria dei giochi, la scienza matematica che studia le decisioni di un soggetto in situazioni di conflitto. Questo esempio è definito il gioco del pollo e prende spunto da una scena del film in cui l’attore americano si cimenta in una sfida di coraggio con l’avversario: guidare a grande velocità l’uno contro l’altro in rotta di collisione. Il pollo, anche se in italiano è forse meglio tradurre con coniglio, sarà colui che sterzerà per primo, impaurito dallo scontro. Per ora la storia della filosofia del pollo termina qui, ma c’è chi giura che presto nuove teorie emergeranno.