L’Economia circolare è un modello d’impresa fondamentale per tutte quelle aziende che vogliono rimanere competitive nel mercato oggi, ma soprattutto vogliono lavorare in modo etico ed ecosostenibile.
Federico Quaranta ci parla di questo concetto, spiegandoci nel dettaglio in cosa consiste e perché è così importante per Fileni.
Riportare in equilibrio il rapporto dell’uomo con la terra, valorizzando il ruolo degli agricoltori e degli allevatori consapevoli che ne sono i custodi e comprendere come e quanto le nostre scelte di acquisto possano effettivamente trasformarci da semplici consumatori in veri e propri rigeneratori.
Fa bene a noi, fa bene alla Terra.
Per raggiungere questo nobile obiettivo i sistemi industriali si muovono per cambiare il modello di crescita da lineare (estrazione delle materie prime, trasformazione e smaltimento dei rifiuti) a circolare. È il modello economico secondo cui ogni prodotto viene rigenerato, riutilizzato, valorizzato e rimesso in circolo generando nuova vita, senza sprechi né rifiuti. L’obiettivo è ricavare nuovo valore dagli scarti di lavorazione, come nutrimento per la terra stessa e per una nuova produzione.
L’agricoltura circolare, allo stesso modo, è un sistema agricolo in cui tutto si riutilizza e si rigenera divenendo risorsa produttiva. La circolarità è da sempre nella natura stessa della civiltà contadina. Si tratta di dinamiche poco note, ma che vale la pena raccontare.
Quello della circolarità è un approccio che gli agricoltori e gli allevatori conoscono molto bene, si potrebbe infatti affermare senza dubbio che l’industria del cibo sia la più circolare tra tutte, perché una delle caratteristiche che regola il buon funzionamento di una fattoria è proprio l’integrazione tra molte attività. Ecco due esempi banali: la paglia che rimane dalla coltivazione dei cereali è spesso usata per nutrire gli animali o nelle lettiere, mentre le deiezioni, trasformate in letame diventano utili nella concimazione dei terreni.
Anche il settore delle carni fa la sua parte in questo gioco: molti sottoprodotti generati durante la produzione alimentare, sia in campo sia nei processi di trasformazione, hanno come destino nuovi usi agricoli sostenibili.
Ancora, si può osservare come l’allevamento dei bovini in particolare sia uno dei sistemi più articolati e circolari che esistano in quanto dalla cosiddetta filiera vacca-vitello si producono la carne, il latte, la pelle e moltissimi dei coprodotti generati nella fase di macellazione sono destinati ai più svariati utilizzi.
Potete ben capire come tutto questo riduca enormemente gli impatti ambientali.
Altra interessante frontiera che si inserisce alla perfezione in questo contesto è quella del Biogas, tecnologia all’avanguardia che consente di produrre energia dagli scarti di lavorazione che sarebbero altrimenti da smaltire.
Il biogas è un combustibile gassoso impiegato per ricavare energia termica ed elettrica ottenuto da una miscela di vari tipi di gas, composti principalmente da metano, prodotti dalla fermentazione batterica in digestione anaerobica dei residui organici provenienti da residui vegetali o animali, ovvero sottoprodotti agricoli e agroindustriali e zoonotici.
Il nostro paese, vanta 1500 impianti di digestione anaerobica in esercizio, ed è oggi il terzo produttore al mondo di biogas da matrici agricole con 2 miliardi di metri cubi annui. Al 2030 il settore potrebbe soddisfare il 10% della domanda nazionale di gas naturale, pari a circa 8 miliardi di metri cubi. Il su processo produttivo contribuisce a ridurre in modo significativo le emissioni del settore agricolo che rappresentano il 14% dei gas clima alteranti.
Energia quindi, sia da ciò che mangiamo sia dagli scarti di lavorazione ed allevamento, per valorizzare quelli che diventerebbero altrimenti un pesante rifiuto da smaltire.
Che cosa meravigliosa la tecnologia vero?!
Da giugno 2020 anche Fileni ha messo in funzione un impianto di digestione anaerobica per la produzione di biogas, nello stabilimento di Castelplanio, alimentato dai fanghi in uscita dall’impianto di depurazione presente sul sito e costituiti principalmente da grassi e proteine originate dai lavaggi delle apparecchiature utilizzate in fase di produzione. Il biogas prodotto viene utilizzato per alimentare un cogeneratore per la produzione di energia elettrica e termica per le utenze presenti nello stabilimento. Un analogo impianto è in corso di realizzazione anche nello stabilimento di Cingoli.
Più in generale, Fileni si impegna ad applicare principi di economia circolare lungo tutta la sua filiera. La sostenibilità è infatti una pratica quotidiana che l’azienda esprime in azioni e decisioni che hanno come obiettivo la sostenibilità ambientale: negli allevamenti la pollina viene riutilizzata come concime o conferita a recupero energetico. In fase di produzione i ritagli di lavorazione vengono consegnati a una società dedicata alla produzione di cibo per animali o concimi. Fileni, per prima in Italia, ha introdotto delle innovative soluzioni di packaging, riciclabili e compostabili, per i propri prodotti, riducendo sensibilmente il consumo di plastica.
A luglio 2020 Fileni ha ricevuto un importante riconoscimento a testimonianza del suo orientamento alla circolarità: è stata infatti premiata per il proprio impegno nello sviluppo di un’economia circolare nell’ambito dell’evento Save the Brand, organizzato da FoodCompany che mira a premiare le aziende che negli ultimi anni hanno saputo costruire un valore attorno al proprio brand, al di là della performance economica, attraverso la capacità di: innovazione, cogliere trend emergenti nella domanda dei consumatori, attenzione alla sostenibilità.
L’industria quindi si sta muovendo con andatura ciclopica per soddisfare le richieste di un minore impatto ecologico.
Come possiamo contribuire noi consumatori a massimizzare gli sforzi per il raggiungimento della totale circolarità del settore agroalimentare?
Per chiudere definitivamente il cerchio quasi perfetto di questa virtuosissima filiera, siamo noi l’anello mancante. Non buttare via il cibo che avanza, non lasciare che gli alimenti scadano dimenticati nel frigorifero e optando per scelte in fase d’acquisto oculate prediligendo quei marchi a sostenibilità certificata e attenti veramente alle sorti del nostro ecosistema.
Evitiamo gli sprechi!