Negli ultimi mesi se ne parla continuamente e con toni particolarmente preoccupati, ma il “virus dei polli” è davvero così pericoloso, o non si tratta forse di un allarmismo eccessivo gonfiato in primis dai mass-media? Qui di seguito cercheremo di rispondere alle domande più consuete per chi si accinge a cucinare un pollo o un volatile, facendo riferimento a quanto affermato da una fonte autorevole quale il Ministero della Salute.
L’influenza aviaria è un’infezione virale che colpisce gli uccelli selvatici e domestici (tra cui polli e tacchini) e ne causa la morte. Il virus che procura questa infezione è di tipo A, può cioè trasmettersi ad altri animali come maiali, cavalli, delfine, balene, fino all’uomo. Quest’ultimo però può contrarre il virus solo attraverso contatti diretti con animali già infetti, siano essi ancora vivi, oppure morti o attraverso il contatto con le loro escrezioni (feci, urina, saliva, secrezioni respiratorie). Ma per quanto riguarda il consumo di carni avicole e uova cotte, alla temperatura corretta di 70°C, non c’è assolutamente nessun rischio che sia stato scientificamente provato. Parlando di uova si può inoltre aggiungere che le barriere naturali insite nell’uovo fresco potrebbero già preservarlo da ogni contaminazione, ma in via precauzionale è comunque meglio cuocerlo, oltre che lavarsi le mani dopo la manipolazione del guscio. In più, anche per le uova, così come per la carne, esistono delle sigle che permettono di accertarne la provenienza. Quelle marcate IT sono sicuramente uova italiane, sottoposte a tutti i rigidi controlli sanitari previsti nel nostro paese.
Per impedire la diffusione in Europa di questo virus di derivazione asiatica, la Comunità Europea (e in essa l’Italia) ha stabilito il blocco delle importazioni di pollame e di prodotti derivati da parte dei paesi a rischio. Non solo: il blocco interessa anche tutti gli uccelli ornamentali e da voliera. In Italia poi il Ministero della Salute ha rafforzato gli accertamenti sugli allevamenti avicoli. Al di là dell’etichettatura, comunque obbligatoria per le carni fresche e che permette di conoscerne la provenienza, e del bollo sanitario, che ne certifica l’idoneità al consumo, con un’Ordinanza Ministeriale lo Stato ha introdotto ulteriori misure di controllo e di quarantena per i volatili.
L’invito del Ministero della Salute è dunque quello di mangiare senza timore le carni bianche e i prodotti all’uovo italiani. Tutti i casi finora accertati di contagio umano del virus aviario provengono dal sud-est asiatico, relativi a persone che avevano toccato polli malati e comunque vivi. Gli allevamenti avicoli italiani non hanno nulla a che fare con l’aviaria e gli accertamenti capillari a cui vengono sottoposti li rendono estremamente sicuri. Le nostre carni non solo non sono nocive, ma al contrario hanno proprietà fondamentali per la nostra salute.