Le erbe aromatiche, come l’alloro, vengono utilizzate in cucina perché rendono i cibi più saporiti, consentendo di ridurre l’uso del sale. Ma non è solamente questo il pregio delle erbe e delle spezie. Molte infatti hanno proprietà digestive, antifermentative e limitano la proliferazione dei batteri se aggiunte verso fine cottura, in modo tale da mantenere le loro proprietà benefiche. L’alloro veniva usato già nell’antichità: in cucina, ma anche per alleviare alcuni dolori o malesseri, per adornare e abbellire la casa in occasioni speciali e con significato di gloria. La tradizione ha mantenuto alcune di queste usanze fino ai giorni nostri; ora lo ritroviamo nel periodo prima delle feste natalizie per la realizzazione della tipica Corona dell’Avvento, che simboleggia l’attesa e la speranza per un Buon Natale.
L’alloro è appunto un’erba aromatica che si può utilizzare in cucina per insaporire arrosti di carne e cacciagione, stufati e sughi. Per aromatizzare si utilizzano le foglie, che vanno seccate all’ombra perché in tal modo perdono l’amaro e conservano il loro profumo. Una foglia è sufficiente a profumare un brodo ristretto o un arrosto, nelle marinate è quasi indispensabile in quanto ne favorisce la conservazione avendo proprietà antisettiche. E’ utilizzato anche per aromatizzare minestre, involtini, spezzatini, pesce, legumi e cereali ed inoltre rientra tra i componenti dell’aceto aromatico. Le bacche e le foglie di questa pianta non sono solamente utilizzate in cucina, ma anche in medicina, profumeria e erboristeria per formare vari composti utili al nostro corpo. Il decotto di foglie è un ottimo rimedio per chi soffre di problemi digestivi e per alleviare raffreddori e tosse. Anche in casa le foglie d’alloro essicato sono utili per allontanare gli insetti dalla dispensa, oppure per mantenere fresca l’aria negli ambienti vanno aggiunte alla miscela del pot-pourri.
L’uso dell’alloro risale ai tempi lontani, veniva usato da Greci e Romani perché ritenuta pianta nobile per eccellenza. Nell’antica Roma la pianta era coltivata nei giardini imperiali ed era usanza intrecciare corone di alloro per cingere la testa di imperatori e vincitori durante le cerimonie e i trionfi. Questa tradizione si è tramandata fino al Medioevo e il rinascimento, quando ad essere incoronati erano i poeti e letterati, a simboleggiare la loro nobiltà d’animo. Tra le tradizioni natalizie, in alcune regioni italiane, si usa preparare una Corona d’Avvento, la cui origine sembra collegarsi ad un’antica consuetudine germanico-precristiana, derivata da riti che si celebravano nel mese di dicembre. La Corona d’Avvento è un cerchio realizzato con foglie di alloro o rametti di abete, in quanto il colore verde simboleggia la speranza e la vita. All’interno sono posizionati quattro ceri e ogni domenica dell’Avvento se ne accende uno, con significati differenti. L’uso natalizio del ramo di alloro è in auge ancora a Genova, mentre in altre località si usano rami di pungitopo, vischio o abete, con il significato di augurio e buon auspicio per il nuovo anno. Una leggenda narra di un piccolo orfano diretto a Betlemme per la nascita di Cristo che, durante il tragitto, intrecciò rami d’alloro per creare una corona da donare a Gesù. Una volta arrivato il suo regalo gli sembrò indegno e cominciò così a piangere dalla vergogna. Gesù Bambino toccò allora la corona: le foglie si colorarono di un verde intenso e le lacrime del pastorello divennero delle bacche rosse. Così nacque l’agrifoglio usato durante il Natale.