Texas e Connecticut se ne contendono la paternità da decenni. Con il Kansas a fare da terzo incomodo. Ma il vero, unico progenitore delle carni tritate e schiacciate a forma di disco è la città tedesca di Amburgo: qui è nata più di due secoli fa la ricetta e la fama imperitura dell’Hamburger steak, che letteralmente significa “bistecca alla maniera di Amburgo”.
Hamburger: una storia che viaggia nel tempo
In quello che era uno dei porti più grandi e transitati dell’epoca si diffuse infatti l’usanza di inserire carne di manzo tritata e schiacciata tra due fette di pane: un piatto che insieme alle navi e ai marinai tedeschi sbarcò ben presto anche negli altri porti del mondo occidentale, soprattutto in America, con la quale i commerci erano molti frequenti. Gli americani diventarono ben presto grandi consumatori di hamburger, personalizzando la ricetta e litigando tra loro per affibbiarsi l’etichetta di “padre dell’hamburger”. Una diatriba che dura ancora ai giorni nostri e che fatica a risolversi. Quel che è certo, tra le tante curiosità, è che durante la prima guerra mondiale gli americani tentarono di cancellare ogni traccia di germanicità dall’hamburger, ribattezzandolo addirittura Liberty Sandwich.
Le evoluzioni dell’hamburger
Il Novecento rappresentò il secolo dell’innovazione, della sperimentazione e della creatività per il celebre boccone di carne tritata: nel 1920 a Pasadena, sempre negli Stati Uniti, fu mangiato il primo cheeseburger; in seguito iniziarono ad aggiungersi altri ingredienti come il bacon, cetrioli, cipolle, una foglia di lattuga, pomodoro fino agli attuali hamburger gourmet che possono essere gustati in tanti bistrot e ristoranti americani, inglesi, francesi e negli ultimi anni anche italiani. Alcuni esempi? Lo slopper, ricoperto di salsa chili; il patty melt, ricoperto di cipolle saltate e formaggio e avvolto in fette di pane di segale; il low carb burger, con pochi carboidrati in cui una larga foglia di lattuga avvolge la carne e sostituisce il panino.
L’hamburger perfetto!
A causa delle tante varianti presenti in circolazioni sembra impossibile che possa esistere o che si possa solo raggiungere la perfezione o l’autenticità assoluta nella realizzazione di un hamburger. Eppure c’è chi, nonostante ingredienti diversi, ha studiato nei minimi dettagli la perfetta architettura: parola di Larry Perdido, uno dei più conosciuti e apprezzati chef di burger americani, che sull’Huffington Post ha spiegato l’ordine esatto in cui inserire gli ingredienti. Ecco quindi le regoli basi per gustare un hamburger indimenticabile, solido, da preparare con carne di manzo, tacchino o agnello.