Non riesci proprio a togliere quel braccialetto fosforescente, ricevuto il primo giorno al villaggio? Continui a guardare e riguardare ossessivamente sul tuo telefonino le foto scattate al mare, quando ancora la vacanza era tutta da vivere? Niente paura, sono le classiche avvisaglie dalla sindrome da rientro. Ecco allora qualche consiglio per organizzare una cena dolcissima, perfetta per alleviare l’amaro in bocca del ritorno a casa.
Per l’antipasto, piovono biscotti!
Non te lo aspettavi vero? In realtà non stiamo parlando di semplici biscotti ma vere e proprie prelibatezze siciliane che non accettano di buon grado la semplicistica classificazione dolce/salato.
Originari di Modica, splendida città in provincia di Ragusa famosa in tutto il mondo per il suo cioccolato, gli ‘mpanatigghi sono gustosissimi biscotti ripieni di mandorle, noci, cioccolato, zucchero, cannella, chiodi di garofano e per finire l’ingrediente segreto, la carne. Si hai letto bene, “carne”!
Secondo una leggenda siciliana gli ‘mpanatigghi furono un’invenzione delle suore di un monastero che, commosse dalle fatiche dei confratelli predicatori che peregrinavano per i vari conventi nel periodo quaresimale, nascosero la carne tritata nei biscotti. I preti potevano così rifocillarsi gustando uno spuntino nutritivo ed energetico a base di carne, cibo proibito nei giorni precedenti alla Pasqua.
La favolosa ricetta degli ‘mpanatigghi
Impasta farina, strutto, marsala e uovo; una volta tirata la sfoglia riempi ogni biscotto con carne trita, mandorle, noci tritate, qualche chiodo di garofano tritato, un pizzico di cannella e del cioccolato grattugiato. Poi cuoci per mezz’ora a 180°.
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Un secondo dolcissimo!
L’accostamento tra dolce e salato non è raro nella gastronomia spagnola. Così come negli ‘mpanatigghi, importati in Sicilia dagli spagnoli durante il periodo della loro dominazione, anche nel “Tacchino in salsa alla moda di Puebla” batte un cuore latino. Stiamo parlando di uno stufato al cioccolato messicano, le cui origini si perdono tra mito e leggenda; si narra che a inventare questa ricetta sia stata suor Andrea, la cuoca del convento di Santa Rosa a Puebla. Pare che la suora, indaffarata nel preparare il pranzo per un celebre vescovo, abbia fatto cadere involontariamente il vaso del cioccolato nella pentola in cui cuoceva la salsa da abbinare al tacchino, ma il risultato fu così succulento da meritare le lodi del prelato.
La ricetta del “Tacchino in salsa alla moda di Puebla”
Una volta preparata la salsa con pomodori, cipolle, aglio, tortillas a pezzi, peperoni messicani, grani di sesamo, uvetta secca e cioccolato, versa il tutto in una casseruola con il tacchino e fai cuocere per 45 minuti circa.
Altre idee dolcissime
Se il “Tacchino in salsa alla moda di Puebla” ti sembra troppo complicato o sei amante di una cucina veloce, puoi virare su un piatto più semplice ma allo stesso modo gustoso come l’insalata pesche e pollo. Bastano 400 gr di petto di pollo, qualche pesca e poco altro. Oppure lasciati conquistare dalla squisita dolcezza dei nostri spiedini bagnati nel miele.